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Pastiera Napoletana: una tradizione imperdibile!

La pastiera napoletana: scarpiamo qualche curiosità insieme. E’ noto che nel nelle varie regioni d’Italia, quasi ogni festività ha il suo dolce dedicato. Per la Pasqua è universalmente conosciuto l’ uovo. Esso nasce come simbolo, per celebrare il ritorno della primavera. E si ricorda che le sacerdotesse di Cerere portassero in processione l’uovo, simbolo della vita nascente, poi diventato “rinascita” e Resurrezione con il cristianesimo.

Ma avete mai provato la pastiera napoletana? La pastiera napoletana ricetta originale? Ecco, di fronte a lei qualsiasi dolce, pasquale e non, impallidisce. Ma come nasce questo dolce e questa tradizione unica? Sembrerà incredibile ma la sua origine affonda le radici nel mito. C’è da fare un salto indietro fino all’epoca romana o forse addirittura greca.

Quando, secondo la leggenda, la sirena Partenope aveva scelto come dimora il Golfo di Napoli, da dove si spandeva la sua voce melodiosa e dolcissima. Per ringraziarla si celebrava un misterioso culto, durante il quale la popolazione portava alla sirena sette doni: la farina, simbolo di ricchezza; la ricotta, simbolo di abbondanza; le uova, che richiamano la fertilità; il grano cotto nel latte, a simboleggiare la fusione di regno animale e vegetale; i fiori d’arancio o di altri agrumi, profumo della terra campana; le spezie, omaggio di tutti i popoli; e lo zucchero, per celebrare la dolcezza del canto della sirena.

La sirena Partenope gradì i doni, ma li mescolò, creando questo dolce unico. Nacque così la PASTIERA NAPOLETANA (partenopea).

Pastiera tradizionale artigianale napoletana

Ma… nasce davvero così la PASTIERA NAPOLETANA?

Probabile! Più vicine a noi sono invece le notizie che la fanno nascere più tardi, nel XVI secolo, in un convento. Un’ ignota suora volle preparare un dolce in grado di associare il simbolismo cristianizzato di ingredienti come le uova, la ricotta e il grano, associandovi le spezie provenienti dall’Asia e il profumo dei fiori d’arancio del giardino conventuale.

E’ noto che le suore del convento di San Gregorio Armeno erano delle vere maestre nella preparazione delle pastiere, che poi regalavano alle famiglie aristocratiche della città. “Quando i servitori andavano a ritirarle per conto dei loro padroni – racconta la scrittrice e gastronoma Loredana Limone – dalla porta del convento fuoriusciva una scia di profumo che s’insinuava nei vicoli intorno e, spandendosi nei bassi, dava consolazione alla povera gente per la quale quell’aroma paradisiaco era la testimonianza della presenza del Signore”.

Addirittura l’ombrosa regina Maria Teresa D’Austria, “la Regina che non ride mai”, consorte di Ferdinando II di Borbone, si lasciò sfuggire un sorriso dopo un assaggio di pastiera napoletana. << Per far sorridere mia moglie ci voleva la pastiera napoletana… Ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo >>, disse Ferdinando.

Ed allora, diamo anche noi la nostra ricetta che con un pizzico di presunzione definiremo PASTIERA NAPOLETANA RICETTA TRADIZIONALE. Sulla vera “ricetta pastiera “, ognuno dice la sua in terra partenopea. La ricetta classica prevede la preparazione di una frolla a base di farina, uova, strutto e zucchero semolato da sistemare nel “ruoto”, la tipica tortiera in alluminio dai bordi lisci e leggermente svasati alta 3/5 cm.

Per il ripieno occorrono invece latte, zucchero, ricotta di pecora, chicchi di grano, burro, frutta candita, uova, vanillina, scorza d’arancia e di limone, acqua di fiori d’arancio e cannella in polvere. Il tutto da sormontare con le striscioline di frolla e poi da cuocere in forno, con spolverata di zucchero a velo finale.

Secondo la tradizione la pastiera va preparata il Giovedì Santo e consumata a Pasqua, per consentire a tutti i sapori di amalgamarsi. Se desiderate mangiare la vera Pastiera Napoletana, allora basta acquistarla sul nostro Store.

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