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Limoncello: storia di un liquore amato da tutti
Limoncello, l’indiscusso Re dei fine pasto e delle fragranze mediterranee. Il limoncello è un liquore dolce che nasce in Campania, in particolare nella costiera amalfitana. È realizzato con le scorze di limone che vengono lasciante macerare nell’alcol puro con l’aggiunta di uno sciroppo a base di acqua e zucchero. Una volta preparato, resta in bottiglia per almeno un mese prima di essere gustato.
Il limoncello è un ottimo digestivo: per questo viene in genere consumato dopo i pasti ma può essere utilizzato anche per bagnare o aromatizzare dolci, macedonie e gelati. La sua preparazione è semplice ma occorre utilizzare limoni freschi e non trattati, poiché ricchi di oli essenziali che conferiscono al limoncello il profumo tipico e un gusto unico.
Limoncello tra storia e legenda
La storia del limoncello è incredibile, ancora oggi contesa tra gli abitanti di Amalfi, Sorrento e Capri. In realtà, il marchio “Limoncello” è stato registrato per la prima volta a Capri nel 1988 dall’imprenditore Massimo Canale: un’intuizione ispirata dalla ricetta della nonna. Liquore che nasce quindi come preparazione casalinga e che poi, dopo il boom degli anni ottanta, divenne così popolare tanto da richiedere una produzione a livello industriale.
I miti sull’origine di questo liquore sono molteplici. Le origini del buonissimo limoncello, liquore dolce campano per eccellenza, sono avvolte nella leggenda e nel mistero e soprattutto sono incerte. Si narra che, nella Terra delle Sirene, Zeus svelò ad un comune mortale, il cui nome è rimasto ignoto, il segreto di questa dolce preparazione. Un “dono” davvero prezioso!
Secondo altre fonti, i pescatori contadini, anticamente, erano soliti sorseggiare un bicchiere di liquore al limone nelle mattinate particolarmente fredde. Si tramanda anche che i monaci prediligessero il limone per la produzione di bevande all’interno dei conventi: in particolare i monaci certosini, dopo aver cacciato le Sirene dai loro territori, mantennero intatte la loro buona abitudine di sorseggiare il limoncello.
Nel corso degli anni in Campania, ma anche in altre località, si è diffusa l’abitudine di conservare una bottiglia di limoncello e di sorseggiarlo dopo i pasti. Dagli anni ’90 i ristoratori partenopei hanno presentato il liquore dopo averlo tenuto in frigo per diverse ore, riscuotendo un successo immediato; nello stesso periodo si è diffusa l’abitudine di esporre una bottiglia di limoncello nei bar di Capri e della Costiera Amalfitana.
Il segreto della bontà del Limoncello
E’ sicuramente la buccia gialla e rugosa del limone l’ingrediente essenziale di una ricetta sobria e genuina, arricchita da acqua, alcool e cucchiaiate di zucchero, perché la scorza è ricca di oli essenziali ed ha un’aroma molto deciso. Il tempo (il limone deve macerare circa due mesi) fa poi il resto. Prima il boom, poi la moda, ormai una tradizione consolidata. Difficilmente potrà essere scalzata nonostante numerosi tentativi: nessun liquore come questo ottenuto per semplice infusione incontra i favori unanimi delle papille gustative di tutto il mondo.
Nessuna aggressiva e sofisticata campagna di marketing, solo il passa parola che comincia nei primi anni ’90. Da Capri e dalla Costiera la moda arriva ben presto Milano. Qui lo chiamavano limoncino, poi scende a Roma (er limonello) e infine, poco dopo il G8, anche a Napoli. Quando i bar del centro cominciano ad esibire orgogliosamente le allegre bottiglie piene di oro giallo liquido.
Tutti lo bevono, ma sicuramente un intenditore non ha difficoltà a distinguere la qualità. Il prodotto artigianale da quello industriale, e questo vale per tutti i prodotti tipici, anche per il limoncello.
Il Limoncello di Campania Tradizione è prodotto secondo la ricetta tradizionale. Utilizzando esclusivamente le bucce dei limoni di Sorrento, che vengono messe a macerare in alcool e zucchero e poi filtrate. Si ottiene un liquore dall’intenso profumo di limone, dalla gradevole gradazione alcolica e dal caratteristico colore giallo. Il Limoncello va servito rigorosamente freddo, meglio ancora se versato direttamente in bicchierini ghiacciati.