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Peperoncino, storia e curiosità
Peperoncino, storia e curiosità di un prodotto straordinario. L’origine del peperoncino, il nostro amato frutto che proviene da molto molto lontano, vediamo insieme da dove deriva il nome peperoncino e la sua provenienza. L’origine del peperoncino domesticato proviene dall’ America Centrale precisamente dalla valle del Tehuacán in Messico nel 5000 a.C. Arrivò in Europa grazie a Cristoforo Colombonel 1492 il quale lo etichettò come “pimiento”, ma nel Sud America veniva chiamato Aji.
La provenienza del Peperoncino
L’origine del peperoncino domesticato proviene dall’ America Centrale precisamente dalla valle del Tehuacán in Messico nel 5000 a.C. Arrivò in Europa grazie a Cristoforo Colombo nel 1492 il quale lo etichettò come “pimiento”, ma nel Sud America veniva chiamato Aji. Il primo Occidentale a scoprire il sapore piccante di questo nuovo frutto fu Diego Alvaro Chanca, un medico che partecipò alla seconda spedizione di Colombo.I peperoncini hanno una storia millenaria. Le loro origini, quindi, affondano le radici in Perù e Messico, dove venivano utilizzati dalle popolazioni autoctone come unica spezia.
Si pensa che la specie di peperoncino scoperta da Cristoforo Colombo fu quella dei Capiscum Chinense, che riportò e fece conoscere in Spagna. Ma non è da attribuire a lui la proliferazione del peperoncino in tutto il resto del mondo, ma dall’attività delle rotte commerciali dei portoghesi.
Infatti i portoghesi portarono in giro per il mondo la specie di peperoncino più comune anche nella nostra penisola: il Capsicum Annuum proveniente dal Messico. Successivamente fu il botanico Italiano Pier Andrea Mattioli a descrive il peperoncino come una pianta comune chiamandola erroneamente “pepe d’India” o “pepe cornuto”.
I più famosi: peperoncini messicani
I peperoncini messicani sono tra i frutti più antichi del Centro America. I nativi di questi paesi ne fanno uso da secoli e sono ancora oggi alla base delle più note ricette della cucina messicana come ad esempio il chili piccante con carne. In Messico, grazie anche alla facilità di coltivazione, chiunque ami il cibo piccante ha il proprio vaso sul balcone o il davanzale.
Il peperoncino Jalapeño è un peperoncino messicano. Vero e proprio emblema della cucina locale, si mangia in salamoia, fritto ripieno di formaggio oppure essiccato al sole e affumicato con legna hickory o noce pecan, diventando in questo caso il famoso peperoncino chipotle. Gli abbinamenti migliori sono con carne, hamburger, salsicce, hot dog e pesce, crostacei, aragosta ma anche insalate, patate, fagioli, impanature e altro. A questa famiglia appartengono molte sottospecie che si differenziano per colore, grado di piccantezza, grandezza e forma.
Si tratta di un peperoncino dalla forma conica, il colore va dal verde al rosso vivo. Spesso viene consumato ancora non del tutto maturo, per preservare la carnosità e aroma fruttato. Amatissimo dai messicani del Nord, è ideale per coloro che non amano il piccante esagerato.
Il peperoncino dei Messicani del Sud
Per i messicani del Sud invece, l’unico che vale la pena mangiare è l’Habanero. Dal gusto estremamente forte e per l’elevato grado di piccantezza viene utilizzato per creare piatti tipici della cucina messicana tra cui tacos e fajitas di pollo oppure viene gustato in salsa, ottenuta dopo averlo messo a bagno in acqua e limone e averlo arrostito in padella o in forno. Oggi coltivato nelle zone del mondo che hanno una temperatura tropicale, necessitando di molto sole, fu scoperto nella foresta amazzonica. Successivamente è stato importato nell’entroterra, nella penisola dello Yucatan e coltivato già nel periodo Maya.
Tra i peperoncini messicani ricordiamo altre due specie: il Poblano, un peperoncino verde non piccante, usato come contorno per carne e pesce, e il Serrano, coltivato alla base delle catene montuose messicane, piuttosto piccante, di colore verde chiaro e utilizzato tagliato ad anellini, all’interno di salse per carne, pesce e marinature. Il Serrano è anche utilizzato per una delle ricette più famose della gastronomia locale, il pico de gallo: salsa messicana molto fresca e aromatica, realizzata con pomodori, cipolla e peperoncini verdi tagliati a pezzetti piccoli.
Infine c’è un peperoncino del New Mexico dal sapore rotondo e fruttato. È in grado di colorare intensamente di rosso i piatti cui viene aggiunto, come stufati, carne in umido e legumi.
Origine del peperoncino in cucina
All’origine il peperoncino veniva usato solamente come pianta ornamentale, per poi diventare con il passare del tempo anche un alimento. Inizialmente veniva usato solo dai contadini per insaporire i loro piatti poveri, venendo così definito come “spezia dei poveri”. Successivamente utilizzato come conservante e sfruttato per le sue proprietà disinfettanti.
Solo agli inizi del 1931 con Filippo Tommaso Marinetti, comparve il peperoncino sulle tavole della società ad alti livelli. Egli propose del peperoncino verde con all’interno bigliettini a favore del Futurismo (movimento culturale ed artistico di quel periodo). Nel periodo moderno invece, intorno al 1983, troviamo nel libro “Gentiluomo” la ricetta degli spaghetti aglio, olio e peperoncino scritta da Livio Cerini.