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Piennolo: tra leggenda e tradizione, un sapore unico.
Piennolo: miti e leggende sulla peculiarità vesuviana. Il pomodoro è un alimento base della dieta mediterranea ed è diffuso su larga scala e in diverse varianti. La regione Campania vanta tantissime eccellenze gastronomiche, dall’olio extravergine di oliva del Cilento alla maestosa mozzarella di bufala. Tra queste, uno dei prodotti più antichi è il Pomodorino del Piennolo.
Nel territorio napoletano esiste una specialità esclusiva che ha ottenuto il marchio di Denominazione di Origine Protetta. Si tratta del pomodorino del Piennolo, il quale cresce unicamente alle pendici del Vesuvio. Soltanto 480 ettari dei paesi vesuviani posseggono le caratteristiche idonee a permettere lo sviluppo del peculiare frutto. Questi luoghi sono situati ad almeno 300 metri sopra il livello del mare e sono dotati di terreni lavici ricchi di sostante minerali. Ciò permette ai pomodorini di avere grandi quantità di minerali, acidi e zuccheri e basse concentrazioni d’acqua. Dalla forma allungata culminante in un’inconfondibile punta, hanno una buccia dura di un rosso molto intenso. Particolari e profondamente aciduli, i pomodori del Piennolo primeggiano in molteplici pietanze.
Storia, miti e racconti
Tra i primi a parlare del Pomodorino del Piennolo vi è l’entomologo Achille Bruni. Nel 1858, nel suo testo Degli ortaggi e la loro coltivazione presso la città di Napoli, racconta dei “pomodori a ciliegia”, definendoli “molto saporiti, che si mantengono ottimi fino in primavera, purché siano legati in serti e sospesi alle soffitte”.
Paride Palmeri, direttore della Scuola superiore di agricoltura di Portici dal 1880 al 1886 e dal 1897 al 1901 (attuale facoltà di Agraria), narra della pratica di raccolta e di conservazione delle bacche. Come dice l’autore “i pomodorini sono appesi in luoghi ombrati e ventilati”.
Sul pomodorino del piennolo ci sono tre leggende, tanto brevi quanto graziose.
- La prima leggenda ha inizio ai tempi della creazione del mondo e, in particolare, della città di Napoli. La città partenopea sarebbe stata creata non dal buon Dio ma da Lucifero in persona. Lucifero creò, per tentare di competere con il Signore, la città rubando un pezzetto del paradiso e mettendolo sulla terra; tuttavia il suo tocco malvagio rese infertile la terra. Gesù Cristo, alla vista di questo spettacolo, si sarebbe lasciato andare ad un pietoso e disperato pianto: le sue lacrime, cadendo alle pendici del Vesuvio, resero la terra che circondava il vulcano nuovamente fertile.Nacque da quelle terre il pomodorino del piennolo, il più buono e più rosso di tutti i pomodori, che deve il suo sapore divino addirittura al figlio di Dio.
- La seconda leggenda racconta invece delle peripezie di una piccola piantina che cercava di crescere sul Vesuvio. Non riuscendo a crescere con quello che le sue radiciriuscivano a trovare in superficie, la piantina le spinse sempre più in profondità. Le radici crebbero fino ad incontrare la lava del vulcano, e di quella si nutrirono, dando vita ad un frutto dal colore rosso proprio come quella lava: il pomodorino del piennolo, forte e resistente come il vulcano.
- La terza leggenda riguarda, infine, la forma a grappolo del pomodorino del piennolo. Si dice che, a Torre del Greco, le mogli dei pescatori lavorassero senza sosta per intrecciare le reti dei loro mariti. Quando questi partivano per mare, un po’ per noia ed un po’ per non perdere la mano, intrecciavano qualsiasi cosa capitasse sotto mano: un giorno, iniziarono ad intrecciare anche i rami della piantina del pomodorino, donandogli la forma a grappolo che ancora oggi possiamo vedere. Da allora, la pianta crebbe così, diventando appunto il pomodorino del piennolo.
L’importanza del pomodorino del piennolo per la cucina napoletana …e per la città
Non è infatti cosa rara notare sui balconi delle case napoletane, soprattutto in estate, la presenza di questi pomodorini conservati proprio nella tecnica a grappolo.
Le qualità che rendono il pomodorino del piennolo un prodotto così a lunga conservazione e privo di alterazioni sono dovute, ovviamente, ai fattori climatici dell’area vesuviana. Qui, il suolo costituito dal materiale piroclastico proveniente dalle eruzioni vulcaniche, ha provocato una grande ricchezza di acidi organici che ha concorso a determinare proprio quel sapore acidulo e intenso che caratterizza questa specie di pomodorino.
Non stupisce, dunque, che il pomodorino del piennolo sia diventato uno degli ingredienti più famosi ed utilizzati della cucina napoletana. Questo non solo per la sua innegabile bontà, ma anche per la versatilità a cui si presta. Oltre ad essere il protagonista di tantissimi sughi e salse deliziosi, il pomodorino del piennolo viene spesso usato dagli chef e dai pizzaioli napoletani per la creazione di varianti di piatti e di pizze tradizionali. Varianti che, grazie all’utilizzo di questo pomodorino, assumono un sapore del tutto nuovo ed insolito, impossibile da trovare altrove.