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Struffoli Napoletani Per La Tradizione Natalizia Campana

La befana in cucina al Sud

Come si accoglie la Befana in cucina? L’Epifania è una festività dalle origini pagane. Infatti, prima di diventare la giornata dedicata ai Re Magi e coincidere con l’arrivo della Befana, per molti popoli antichi rappresentava l’inizio del nuovo anno (come ancora oggi accade in Cina).

I riti certo non mancavano: alcune popolazioni bruciavano pezzi di legno per esorcizzare le mancanze e i sacrifici del passato, altri tenevano vicino i propri animali di allevamento mentre erano seduti a tavola per evitare che questi imparassero a parlare.

Per i Romani, invece, la dea Diana tra gli ultimi giorni di dicembre e il 6 gennaio volava sui campi coltivati per renderli fertili, regalando ai più piccoli dolci antichi o frutta. È quindi evidente come il cibo, per le celebrazioni di questa festa, abbia da sempre rivestito un ruolo importante. E oggi cosa si mangia il 6 gennaio sulle nostre tavole?

Cartellate di Natale corrette al vino. Come accogliere la befana in cucina

La befana in cucina, a tavola nel sud

In Abruzzo l’Epifania si sposa con i pepatelli, biscotti tipici della provincia di Teramo (e del Molise) simili ai cantucci, preparati durante tutte le festività natalizie. Il loro nome deriva proprio dalla tradizionale ricetta, poichè tra gli ingredienti c’è il pepe nero, accompagnato da farina, cacao, mandorle, miele e bucce d’arancia.

In Campania la tradizione vuole che si prepari la prima pastiera dell’anno, e i gustosissimi struffoli, numerosissime palline dolci di pastella (fatte con uova, zucchero, farina e liquore all’anice), fritte nello strutto o nell’olio, rigirate e ben avvolte nel miele caldo. Servite insieme in un piatto facendo formare una ciambella, si decorano infine con confetti colorati e/o frutta candita.

Infine in Puglia ci sono le cartellate baresi e i purcidduzzi salentini. Entrambi i dolci sono preparati con un impasto di farina, vino bianco secco e olio. Per realizzare le cartellette baresi dall’impasto si ricavano delle fettucce di pasta modellate. Come se si volesse creare una spirale, quasi a ricordare una rosa. Ricca di interstizi e piccole concavità che, dopo la friggitura raccolgono il vino cotto o il cotto di fichi.

Mentre nel Salento con un impasto molto simile, si ricavano i purcidduzzi, in Campania troviamo i noti struffoli. A forma di piccoli gnocchi lisci o rugosi, dopo la frittura vengono immersi nel miele bollente. Solo dopo,  li adagiamo in un piatto cosparsi di confettini colorati.

 

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