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Dolci di natale napoletani: tra struffoli, mustacciuoli e…babà
Dolci di natale napoletani, quando arriva il Natale, le tavole si riempiono di dolci e prelibatezze tipiche della tradizione napoletana. Quali dolci si mangiano a Natale a Napoli? Quali i dolci che non potete lasciarvi sfuggire in questo particolare periodo dell’anno? Con l’avvicinarsi delle feste natalizie la pasticceria napoletana torna prepotentemente alla ribalta. Sulla tavola imbandita faranno bella mostra non solo pandori e panettoni artigianali ma anche struffoli, pastiere, cassatine, torroni…
A Natale i dolci tradizionali sono legati alla famosa tradizione pasticciera napoletana: dagli struffoli napoletani alle zeppole, dal roccocò campano ai mostaccioli napoletani. Ma consolo e andiamo con ordine.
Dolci di natale napoletani: che varietà!
Se pensate che il Natale, a tavola, sia solo panettone e pandoro, non andate a Napoli. Perché la città partenopea, quanto a dolci natalizi, ha una tradizione tutta sua, talmente vasta e inimitabile da permeare lo spirito stesso dei napoletani. Napoli è una città magnifica che in ogni periodo dell’anno è in grado di regalare momenti ed esperienze uniche. Meriterebbe un viaggio solo per assaporarne tutte le prelibatezze che vanno ben oltre la famosa pizza. Vediamo di seguito alcune delle bontà natalizie made in Napoli.
I classici mustaccioli
I mustaccioli sono dei biscotti tipici della tradizione napoletana: hanno una forma romboidale e sono ricoperti da una glassa al cioccolato. Il loro nome deriva da mosto, un ingrediente che si aggiunge durante l’impasto per dare un sapore più ricco e deciso, un mix di noce moscata, cannella e chiodi di garofano. A Napoli esistono due varianti: quelli morbidi e quelli duri, ma è solo una questione di gusto non di ingredienti. La morbidezza del dolce dipende, infatti, solo dai tempi di cottura, più stanno in forno più diventano duri.
Roccocò
Come i raffioli anche la storia dei roccocò è legata a un convento, quello delReal Convento della Maddalena. Fu qui che nel 1320 si mise per iscritto per la prima volta la ricetta di questi inconfondibili biscotti. Il nome roccocò deriva dal termine francese rocaille che ne sottolinea la sua forma dolce, simile a una conchiglia arrotondata. A Napoli c’è l’usanza di mangiarli a fine pasto, durante tutto il periodo natalizio, ammorbiditi nel vino, nel vermouth o nel marsala. Una piccola sosta prima di ricominciare!
Babà in vasocottura: la novità dell’anno
Il dolce tipico della tradizione partenopea, intriso di una squisita bagna classica al Rum, al Limoncello, opure al mandarino oppure ad altre tipiche variazioni. La tecnica della cottura direttamente nel vasetto – detta vasocottura appunto – consente di ottenere un babà soffice e delizioso, proprio come quello che si può gustare nella migliore pasticceria di Napoli. Mantenendo intatta la morbidezza ed il profumo anche dopo mesi, senza l’uso di additivi e conservanti. Il babà ottenuto con la cottura in vaso riesce, infatti, a mantenersi umido, succoso e davvero squisito, come appena fatto.
Il babà della tradizione partenopea in vasocottura, tecnica che aumenta gusto e capacità di conservazione. Con la vasocottura, il prodotto viene preparato e cotto direttamente nel vaso e una volta terminata la cottura il vaso viene chiuso ermeticamente all’istante. Questo tipo di tecnica, ci permette di mantenere umidità ed aromi all’interno del vaso e di avere un prodotto capace di resistere per molto tempo anche senza conservanti.Un prodotto tradizionale con una cottura innovativa che ne migliora la qualità!
Dolci di natale napoletani: gli struffoli.
I sapori e gli ingredienti del territorio campano, uniti alla passione per le cose buone e genuine di una volta. Gli struffoli sono dei deliziosi dolcetti fritti di origine napoletanache si preparano in occasione delle feste di Natale e di Carnevale.
Le origini degli struffoli sono da ricercare probabilmente dalla somiglianza alla parola strofinare che in dialetto napoletano è diventata struffolo. Strofinare descrive la manualità nell’arrotolare i cilindri di pasta prima di tagliarli nelle palline che diventeranno gli struffoli fritti.
In altre regioni italiane vengono preparati dei dolci, come in Sicilia dove gli struffoli siciliani vengono più precisamente chiamati pignolata o nelle Marche, in Umbria e più in generale nel centro Italia dove questo dolce viene chiamato cicerchiata.